“È senz’altro positiva la notizia che vede confermata per il nostro paese la leadership produttiva, con una produzione attesa di 41 milioni di ettolitri. Permangono criticità legate all’impatto dei cambiamenti climatici, costo di produzione e ricambio generazionale”. Lo ha detto il Presidente del settore Vitivinicolo di Fedagripesca Confcooperative commentando le previsioni vendemmiali rese note oggi da Uiv, Assoenologi e Ismea ad Ortigia nell'ambito dell'Expo Divinazione in occasione del G7 Agricoltura.
“In alcune regioni del Sud Italia – ha spiegato Rigotti – ci sarà purtroppo una vendemmia meno abbondante a causa dei prolungati periodi di siccità. Al nord le aspettative produttive sono migliori, con previsioni qualitative buone, anche se specialmente sulle varietà con le maggiori altitudini (Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria) non si prevede una vendemmia con pieno raccolto”.
Sulla tenuta del comparto pesa più in generale l’aumento dei costi di produzione e la contrazione dei consumi di vino, che secondo Rigotti “generalizzata e dipende molto dal calo del potere di acquisto delle famiglie che sta incidendo su tutto il carrello della grande distribuzione”. “Il principale problema delle cooperative italiane – ha spiegato - è comune a tante altre imprese italiane, ovvero il dover operare tra le insidie di uno scenario economico che negli ultimi 3-4 anni, a partire dalla pandemia Covid, dal sorgere del conflitto con l’Ucraina e delle altre guerre in corso, ha visto una instabilità di fondo e un deciso incremento dei costi in generale. Il permanere dell’alto costo del denaro - ha concluso Rigotti - continua ad incidere negativamente sugli investimenti e sulle marginalità delle imprese oltre che sul potere di acquisto di famiglie e consumatori”.