“Più peso per la pesca italiana nell’agenda politica di governo, maggior coinvolgimento dei pescatori nelle politiche di gestione. Solo un settore ben strutturato è in grado di essere protagonista in Europa dei processi decisionali e non di subirli”. È quanto ha chiesto oggi l’Alleanza delle cooperative pesca al tavolo di confronto voluto dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova.
Tanti i temi toccati dalla cooperazione: rendere stabili le misure di sostegno al reddito, procedure amministrative più snelle e disciplina delle licenze di pesca, il fondo di solidarietà da anni senza risorse. A livello europeo, riflettori accesi sulla revisione del Regolamento sui controlli, il nuovo fondo strutturale per il settore (FEAMP 2021-27), il piano di gestione per il pesce azzurro e per le risorse demersali in Adriatico, l’attuazione del Regolamento sulla produzione biologica e la relativa etichettatura, le limitazioni dello strascico nel Canale di Sicilia e la deroga della taglia minima della vongola. Altro capitolo complesso è quello dell’obbligo di sbarco imposto dall’ultima riforma della PCP. A preoccupare di più la cooperazione è la mancata condivisione delle scelte comunitarie per quanto riguarda i nuovi regolamenti, con la Commissione europea che vorrebbe scegliere la strada del Commissione Generale per la Pesca nel Mediterrano (Cgpm), così da scongiurare il confronto parlamentare per l’approvazione dei provvedimenti.
“Sono temi cruciali, da cui dipende la vita di migliaia di imprese e di decine di migliaia di lavoratori, e che richiedono una urgente attivazione del Governo a livello nazionale ed internazionale per stringere alleanze senza le quali a Bruxelles non si vince su nulla” sottolinea l’Alleanza nell’apprezzare la sensibilità del ministro nell’ascoltare le richieste della categoria.
“Siamo soddisfatti del confronto. È positiva la priorità data alla ricerca di soluzioni che incrementino il reddito delle imprese e dei lavoratori. Bene la creazione di una commissione di studio per analizzare tutte le criticità denunciate nelle normative europee e proporre gli eventuali opportuni correttivi, con un pieno supporto della ricerca scientifica” conclude l’Alleanza.