“Dopo sette mesi di intenso negoziato si è riusciti a raggiungere un’intesa che, con grande senso di responsabilità da parte delle imprese cooperative, eroga un aumento medio del salario pari a 77 euro in 4 anni, con un incremento del 5,6% a regime. Nonostante le gravi difficoltà in cui operano le aziende del settore - specie quelle penalizzate dalla perdita di redditività di comparti quali il lattiero-caseario, la zootecnia da latte e i cereali - le nostre imprese non hanno voluto disattendere le aspettative dei lavoratori coinvolti, attraverso un sostegno al loro reddito che ne tuteli il potere d’acquisto”. Così il presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, commenta il rinnovo del contratto collettivo nazionale per i dipendenti delle cooperative agricole firmato ieri in serata da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agci-Agrital e dalle sigle sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil. Un contratto, quest’ultimo, applicato attualmente da circa 4mila imprese per un totale di 60mila lavoratori.
“L’intesa raggiunta – ha sottolineato Mercuri – contiene anche delle linee guida per incentivare e sostenere la contrattazione di secondo livello, consapevoli che lì dove ci sono delle risorse è auspicabile che vengano redistribuite all'interno delle imprese: per questo il contratto nazionale dovrà porsi sempre di più come la cornice di riferimento e sostenere la produttività aziendale”. Un’altra misura inserita nel rinnovo contrattuale di ieri sera, riguarda inoltre l’integrazione dall’80% al 100% della retribuzione per le lavoratrici in maternità nei 5 mesi di astensione obbligatoria. “Si tratta - ha concluso il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - di una normativa che ha un alto valore sociale e di sostegno al lavoro femminile e che assume ancora più rilevanza considerando l’alta densità di manodopera femminile impiegata dalle cooperative agricole. Nei prossimi 4 anni si stima potranno beneficiare della misura circa 20mila lavoratrici”.