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PAC, bene accordo sulla riforma, con definizione quadro giuridico agricoltori e cooperative possono programmare propri investimenti

PAC, bene accordo sulla riforma, con definizione quadro giuridico agricoltori e cooperative possono programmare propri investimenti

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“Accogliamo con soddisfazione la notizia dell’accordo raggiunto oggi sulla riforma della Pac: la messa a punto di un quadro giuridico definito, giunta al termine di un lungo e complesso negoziato, consentirà agli agricoltori e alle cooperative  di progettare con maggiori certezze il proprio futuro e programmare i propri investimenti”. Così il presidente di Alleanza cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri commenta la notizia dell’accordo sulla nuova Politica Agricola Comune, giunto questo pomeriggio al termine del trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione.

“Adesso che l’intesa è stata raggiunta – prosegue Mercuri - ci preme sollecitare ancora una volta il Ministero delle Politiche agricole e le Regioni ad accelerare sul processo di definizione del piano strategico, che passi attraverso un attivo coinvolgimento dei vari stakeholders coinvolti”.

Rispetto alle linee strategiche su cui è opportuno far leva per rendere il comparto agroalimentare più competitivo e al tempo stesso più sostenibile, secondo l’Alleanza cooperative “sarà fondamentale puntare sulla concentrazione dell’offerta, seguendo le raccomandazioni che la stessa Commissione Europea ha messo nero su bianco, quando ha evidenziato la necessità che il comparto si impegni a colmare il persistente gap di aggregazione, specie nelle regioni e nei settori meno strutturati a livello cooperativo e di organizzazioni di mercato, con l’obiettivo di migliorare la posizione degli agricoltori all’interno della filiera”.

Rispetto quindi alle scelte che l'Italia si troverà a fare nelle prossime settimane, l’Alleanza auspica “un chiaro indirizzo di rafforzamento delle strutture economiche controllate dai produttori agricoli: tale orientamento potrebbe ad esempio passare attraverso la costituzione di nuove Organizzazioni comuni di mercato settoriali, sull’esempio dell’Ocm ortofrutta, la scelta di destinare aiuti accoppiati ad alcune filiere, o ancora l’attribuzione di un ruolo centrale da affidare a cooperative e organizzazioni di produttori, nella prevenzione e gestione del rischio”.

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