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Benessere animale, relazione approvata dal Parlamento UE non demonizza allevamenti europei, ma nuove politiche UE rischiano di penalizzare il settore Zootecnico

Benessere animale, relazione approvata dal Parlamento UE non demonizza allevamenti europei, ma nuove politiche UE rischiano di penalizzare il settore Zootecnico Mercuri: “Secondo le stime dello studio di impatto realizzato dall’Università di Wageningen, l’applicazione della strategia Farm to fork potrà ridurre la produzione zootecnica tra il 10 e il 15%”

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“Il Parlamento europeo è consapevole degli sforzi fatti finora dalle imprese zootecniche in tema di benessere animale e intende incoraggiare gli allevatori a proseguire i loro sforzi. Va in questa direzione la votazione da parte degli europarlamentari della relazione sul benessere degli animali in stalla che ha restituito un testo finale con suggerimenti equilibrati che non demonizzano gli allevamenti europei”. Così Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari commenta il voto in plenaria del Parlamento europeo sulla relazione On-farm animal welfare presentata dall’eurodeputato francese Jérémy Decercle.

“L’esito del voto dell’Europarlamento – commenta ancora Mercuri – è stato improntato a un grande senso di responsabilità. Il testo finale della relazione riconosce infatti come gli allevamenti europei siano già conformi alla normativa UE attuale sul benessere animale e quanto le aziende e le cooperative abbiano investito negli ultimi anni su questo aspetto”.  Secondo l’Alleanza Cooperative Agroalimentari “il miglioramento del benessere degli animali in stalla e nel trasporto è una necessità sentita in primis dalle aziende, dal momento che la salute degli animali garantisce maggiore produttività. Si tratta di un percorso che non può e non deve essere ostacolato, perché eticamente condivisibile e perché conforme alle esigenze del mercato e all’attenzione dei consumatori”.

“Resta tuttavia – continua Mercuri - una certa preoccupazione circa l’impatto che la nuova legislazione sul benessere animale potrà avere sulla zootecnia. Ci sono infatti alcune criticità applicative e di contesto che dovranno essere attentamente valutate alla luce delle incerte ricadute economiche che potrebbero pesare sulle cooperative e i loro soci. Più in generale, resta alta la preoccupazione rispetto all’impatto che il nuovo corso della politica comunitaria potrà avere sulla produzione zootecnica e sul reddito degli allevatori, già compromesso da una congiuntura economica davvero sfavorevole”.

Un recente studio dell’università olandese Wageningen stima che l’applicazione della strategia Farm to Fork possa portare ad una riduzione della produzione zootecnica che oscilla tra il 10 e il 15%, a fronte di un aumento sostanziale dei prezzi al consumo che impatterà in modo eterogeneo sui diversi comparti. Uno scenario tutt’altro che auspicabile. “La chiusura o il ridimensionamento delle aziende avrebbe pesanti ripercussioni sui territori e sulle comunità che li abitano e ciò vale soprattutto per le cooperative che spesso sono le uniche a fare impresa in territori svantaggiati”.

Un altro elemento importante, infine, che è stato evidenziato nella relazione riguarda il tema della reciprocità: i prodotti animali non originari dell'Unione dovrebbero essere autorizzati solo se rispettano gli standard in materia di benessere animale in linea con quelli dell’UE. “L’adeguamento delle regole di concorrenza – conclude il Presidente Mercuri – è una tematica sulla quale occorre continuare a tenere alta l’attenzione”.

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