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TERRE D’OLTREPÒ, CONFCOOPERATIVE: TRASFORMAZIONE IN SPA, AI SOCI VENGA RIFERITO IL VALORE DEGLI ASSET

TERRE D’OLTREPÒ, CONFCOOPERATIVE: TRASFORMAZIONE IN SPA, AI SOCI VENGA RIFERITO IL VALORE DEGLI ASSET

Carrara: “preservare la partecipazione, la trasparenza e il valore mutualistico costruito nel tempo attraverso la forma cooperativa”

Categorie: Comunicati Stampa, Vino, Primo Piano Tags:

Pavia, 29 ottobre 2024 - “Esprimiamo forte preoccupazione per le recenti decisioni che coinvolgono la cooperativa Terre d’Oltrepò. La cooperazione deve agire come strumento a sostegno dei viticoltori, delle loro imprese e del loro reddito. Oggi, alla luce dei fatti, non sappiamo se accadrà. Riteniamo che il piano di costituire una Spa, seppur controllata dalla cooperativa, debba essere portato avanti nel pieno consenso e consapevolezza della base sociale. Il tema sta nel proteggere il valore dell’impresa cooperativa e il lavoro dei viticoltori dell’Oltrepò Pavese”. Così Giovanni Carrara, presidente di Confcooperative Milano e dei Navigli in merito alla notizia di trasformare la cantina cooperativa Terre D’Oltrepò in una Spa.

“I soci devono poter comprendere a fondo gli obiettivi della nuova Spa, gli asset trasferiti e il loro valore, certificato da una perizia giurata ascrivibile, sia civilmente che idealmente, alla proprietà di tutti i soci. Oltre agli aspetti burocratici e amministrativi, vi è una dimensione strategica e di governance cruciale per la filiera vitivinicola lombarda, che Confcooperative ha finora tutelato con la sua rigorosa attività di rappresentanza, vigilanza e controllo” ha continuato. “L'ampliamento della base sociale, anche tramite nuovi soci finanziatori, è accettabile e talvolta necessario, ma deve preservare la partecipazione, la trasparenza e il valore mutualistico costruito nel tempo attraverso la forma cooperativa”.

“Non vogliamo entrare nel merito delle strategie aziendali della cantina di costituire una Spa, di questo si sta occupando Fondosviluppo Spa socio sovventore di nostra espressione, tuttavia – ha ribadito Carrara - non possiamo non lanciare un segnale di allerta, condivisa anche da altri stakeholder, guardando alle crescenti tensioni imprenditoriali, economiche e mediatiche, frutto delle note e complesse vicende della cantina, dalle indagini giudiziarie ai repentini cambi di governance e di strategia, fino a quest’ultimo progetto”.

“Crediamo di interpretare la preoccupazione di numerosi portatori di interesse, per questo attendiamo elementi concreti che ci consentano di proseguire a svolgere il comune lavoro nel rispetto dei reciproci ruoli” ha concluso il presidente di Confcooperative Milano e dei Navigli.

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