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Piccinini, “dopo le proteste in arrivo dall’Europa misure inadeguate che non danno risposte alle esigenze degli agricoltori”

Piccinini, “dopo le proteste in arrivo dall’Europa misure inadeguate che non danno risposte alle esigenze degli agricoltori”

Così il presidente di Confcooperative Fedagripesca alla vigilia del Consiglio Agricoltura della UE di lunedì che valuterà le proposte della Commissione in tema di revisione della PAC

 

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“Le misure che l’Europa intende mettere in campo per rivedere la nuova Pac sono del tutto inadeguate. Se davvero si vuole dare risposte alle esigenze e alle richieste degli agricoltori occorre essere molto più incisivi. Come mondo della cooperazione chiediamo una reale e profonda revisione della PAC che metta al centro il tema dell’aggregazione in agricoltura che riteniamo essere l’unica via per dare maggiore reddito agli agricoltori. Con 9,1 milioni di aziende agricole in Europa, il comparto rimane purtroppo ancora frammentato ed eterogeneo con una dimensione media delle aziende agricole pari a 17,4 ettari nell'UE, che in Italia è ancora più bassa. Bisogna puntare alla concentrazione dell’offerta attraverso sostegni e misure di mercato, che aiutino le imprese a fare investimenti e a difendere la loro redditività,e che possano anche costituire in qualche maniera un volano per l’economia agricola europea e non solo un mero contributo a fondo perduto per accompagnare le imprese alla chiusura”. Lo dichiara il presidente di Fedagripesca Confcooperative alla vigilia del Consiglio Agricoltura della Ue di lunedì 26 marzo che valuterà la proposta di regolamento della Commissione che contiene misure volte a rivedere alcune disposizioni dell’attuale Politica Agricola Comune.

“Nella nuova programmazione– prosegue il presidente Piccinini – auspichiamo che vengano introdotte misure pensate per garantire una filiera agroalimentare solida ed equa, consentendo agli agricoltori di sfruttare i vantaggi delle opportunità di mercato. Solleciteremo pertanto in ogni sede l’esigenza di incrementare i fondi a disposizione di nuove Organizzazioni Comune di mercato (OCM), senza dover incidere sui pagamenti diretti, ma piuttosto sulla percentuale da dedicare agli ecoschemi. Gli eco-schemi introdotti nella attuale Pac si stanno già rivelando come misure che non creano un vero volano per le aziende, mentre le misure di mercato, sul modello ortofrutticolo, contengono impegni ambientali e hanno anche il vantaggio di compattare la filiera e di permettere alle aziende di fare investimenti mirati alla sostenibilità. Solo così gli obiettivi economici e ambientali possono combinarsi insieme”.

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