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AGRICOLTURA SOCIALE, MERCURI: “PUNTARE AD UN MARCHIO ETICO RICONOSCIBILE. CON IL COINVOLGIMENTO DELLA DISTRIBUZIONE”

Presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari è intervenuto al convegno promosso da Mipaaf ad Expo 2015 “Agricoltura sociale e microcredito” esprimendo anche l’auspicio di una sinergia tra la cooperazione agroalimentare e quella sociale. 

Categorie: Comunicati Stampa, ACI Tags: EXPO 2015, AGRICOLTURA SOCIALE, MICROCREDITO

“La legge sull’agricoltura sociale costituisce una grande opportunità per tante piccole e medie aziende agricole italiane di ampliare il proprio ambito operativo attraverso la multifunzionalità, affiancando cioè alle attività propriamente agricole anche attività con finalità sociali a vantaggio della collettività. Riteniamo sia tuttavia fondamentale che al prodotto dell’agricoltura sociale venga collegato un vero e proprio marchio etico riconoscibile, affinché i consumatori siano messi nelle condizioni di associare a quel determinato prodotto tutto il sistema valoriale che ne sta dietro”. Lo ha detto il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri intervenendo al convegno “Agricoltura sociale e microcredito” organizzato oggi nel Padiglione Italia di Expo 2015 dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dall’Ente nazionale per il microcredito.

“Come cooperazione – ha poi aggiunto Mercuri - riteniamo che la via maestra sia quella della collaborazione tra chi da sempre svolge attività socio-sanitaria e di assistenza ai soggetti svantaggiati, come ad esempio le numerose cooperative sociali che operano sul nostro territorio, e chi, come l’impresa agricola, ha l’esperienza, la terra e i mezzi per poter mettere una parte della propria azienda al servizio dei più bisognosi. Da questa partnership potrebbe trarre benefici in maniera indiretta anche la medesima impresa agricola valorizzando, ad esempio, il prodotto che è stato ottenuto attraverso il recupero di persone svantaggiate”.

Mercuri ha infine auspicato un impegno anche da parte della distribuzione, che “dovrebbe valorizzare diversamente i prodotti dell’agricoltura sociale, ad esempio studiando un sistema attraverso il quale parte dei ricavi delle vendite possano essere utilizzati per fare promozione specifica”.