L’agricoltura è uno dei settori trainanti dell’economia trentina, e la cooperazione ha un ruolo di primo piano rappresentando circa il 90% della produzione.
Stamani a Trento le 87 cooperative agricole del Trentino si sono incontrate, in sala della cooperazione, per fare il punto sul contesto e le principali problematiche del settore.
L’annata agraria appena terminata va in archivio con una moderata soddisfazione, soprattutto per la vendemmia (oltre 1 milione di quintali, +10% e qualità eccellente) e le mele (540mila tonnellate, +3,6%). La raccolta 2015 è stata minore in quantità rispetto al 2014 ma le premesse commerciali sembrano migliori, seppure sia stato confermato l’embargo della Russia e il Nord Africa sia ancora in grave fibrillazione politica.
Bene l’export, che si conferma spina dorsale dell’economia trentina, soprattutto per il comparto vitivinicolo. “Per il vino ancora più che per le mele, la sfida è davvero mondiale con competitori agguerriti in ogni continente e con consumatori sempre desiderosi di novità.
Preoccupa invece la situazione del lattiero-caseario, che sta scontando una grave crisi legata alla concentrazione della produzione in pochi grandi soggetti monopolisti a seguito della fine del regime delle quote latte.
La battaglia per la tutela delle produzioni di montagna
Luca Rigotti, vicepresidente della Federazione per il comparto agricolo, ha lanciato l’appello: “è necessaria una azione forte per la tutela delle produzioni di montagna presso le istituzioni europee. Gli aiuti comunitari stanziati per l’agricoltura non bastano a sostenere le imprese”.
Rigotti ha fatto appello anche a Ugo Rossi, presidente di turno dell’Euregio, affinché attivi una forte azione di pressing insieme ai colleghi del Tirolo e Sudtirolo.
“Seguiamo con la massima attenzione anche gli sviluppi delle trattative per il TTIP, il grande accordo commerciale tra Usa e Ue giunto ad un passaggio cruciale”, ha concluso.
Preoccupa in particolare che possano sorgere difficoltà per le produzioni di eccellenza, ma ridotte nelle dimensioni come quelle di montagna, che rischiano di venir penalizzate a vantaggio di concorrenti più strutturati e di grandi dimensioni.
L’impegno per la sostenibilità
La sensibilità ambientale si è allargata moltissimo nella popolazione e nei consumatori, e quindi vanno intraprese azioni molto convincenti per offrire all’opinione pubblica prodotti sempre più green e percepiti come tali grazie a strumenti di identificazione universalmente riconosciuti.
Dopo il primo convegno “Coltivare la sostenibilità” di gennaio, Rigotti ha annunciato un secondo momento di confronto a febbraio 2016.
La direzione di marcia è quella di valorizzare ciò che è già stato fatto e introdurre contestualmente nuove pratiche di sostenibilità che meglio si integrino con il contesto locale e che vedano l’agricoltura sempre di più soggetto attivo nella salvaguardia dell’ambiente e della natura.
“Crediamo molto nelle possibilità di una ricerca più strettamente collegata alla produzione, come emerge anche dagli indirizzi della Fondazione Mach, per dare quel supporto più concreto e pratico necessario per l’ulteriore sviluppo della nostra agricoltura”, ha affermato Rigotti.
“Il prodotto diventa l’ambasciatore del territorio – ha affermato il presidente della Fondazione Mach Andrea Segrè – e proprio per questo un Paese come il nostro dovrebbe pensare di valorizzare il primo anello della filiera, ovvero il produttore.
Credo che il Trentino possa diventare un laboratorio per far crescere l’agricoltura del territorio e del nostro Paese. Perché lo sviluppo sostenibile incorpora il concetto di ricchezza inclusiva, un patto tra generazioni. Che è anche la mission del movimento cooperativo”.